Obiettivo? Non catturare pesce per nutrirsene, ma cercare la sfida nella cattura stessa; sull’onda del recente diffondersi del fenomeno del “No-kill” e del “Catch & Release”. Segreto del successo? La loro virtù: la pazienza.

“Chi dorme non piglia pesci”, dice il proverbio! E i ragazzi del Centro Diurno per Disabili di Sora “La Casa del Sorriso”, gestita dal Consorzio Intesa tramite la propria Consorziata, lo sanno bene! Tant’è che in estate è di rito svegliarsi di buon mattino per dedicare delle giornate alla pratica della pesca sportiva! Oggi vi raccontiamo quella che si è svolta venerdì 7 luglio presso “L’Agriturismo Campus Laurita” di Broccostella, luogo storicamente conosciuto ai più come la “pesca sportiva” (laghetto di San Martino). Lo sport di pesca di superficie è molto amato dai nostri ragazzi, si confà alle loro anime gentili poiché ne condividono l’etica, che pone colui che la pratica (pescasportivo) in condizioni di parità con la sua “preda”.


Noleggiate le canne da pesca, coadiuvati dagli operatori e dai ragazzi del Servizio Civile, i ragazzi hanno praticato per l’intera giornata la pesca sportiva nella sua autenticità, non ponendosi come obiettivo quello di catturare pesce per nutrirsene ma cercando la sfida nella cattura stessa; sull’onda del recente diffondersi del fenomeno del “No-kill”, cioè pesca senza uccisione e del “Catch & Release”, ovvero cattura e liberamento. Al pasto ha pensato il servizio mensa di cui i ragazzi usufruiscono quotidianamente, che li ha raggiunti al laghetto, nonostante
abbiano pescato ben nove trote!



I ragazzi hanno atteso il momento perfetto per sfiorare l’acqua. Hanno osservato, silenziosi e attenti. Hanno conosciuto un ritmo lento. Hanno retto ognuno la propria canna, seguendo i movimenti della loro lenza. Hanno atteso, senza alcuna fretta, ognuno con la propria sfida da affrontare. Come se attorno non ci fosse nulla, come se il tempo non avesse importanza. Quiete e calma, la lenta precisione di un gesto sapiente e antico.




Perché i ragazzi adorano quest’attività e questo luogo? Perché vi trovano un’attività calma, tranquilla, innocente. Perché entrano in connessione con l’intero mondo vivente. Perché li affascina ciò che è sfuggente ma raggiungibile, come i pesci. Perché hanno la possibilità di essere completamente immersi e concentrati su loro stessi, in una forma di meditazione e comunicazione con livelli del loro essere più profondi del loro essere quotidiano. Perché sono dotati della virtù che la pesca richiede: la pazienza. La pazienza bella e infinita dei nostri ragazzi ha un che, tipica della pazienza dei pescatori. Una virtù non si può imparare, solo ammirare. Dote che risiede nell’animo di alcuni, è una virtù che appartiene a coloro che sanno aspettare. La loro pazienza è inesplicabile, per alcuni di noi complessa come le reti adagiate a terra in attesa di essere gettate.